Scoperti!, Iniziano i guai!!!!!!!

Altair era tornato da qualche settimana dalla missione, assieme ad Elyon.
Il maestro rimase soddisfatto dei loro successi e gli informò che i loro draghi erano cresciuti abbastanza da poter vivere nei loro appositi alloggi.
Quando Altair si trovò difronte ad Odern rimase spiazzato: era diventato un bel bestione ora! La spalla di Odern arrivava all'altezza di Altair! Inoltre potevano finalmente comunicare telepaticamente. Il legame tra loro era diventato più solido.

Altair e Elyon si erano dati appuntamento nella biblioteca per quel pomeriggio. Fuori c'era un tempo orribile: la tempesta infuriava su tutta Vroengard e minacciava di non smettere.
Arrivò di buon ora nel luogo prestabilito, facendo ben attenzione che il custode della biblioteca non lo vedesse salire le scale per la mansarda, dove di solito vi erano i libri vecchi e in malora, che dovevano essere sistemati.
Invocò con la magia un mazzolino di fiori e si preparò all'arrivo dell'amata.

Le sabbie del tempo scorrevano e di Elyon nessuna traccia. L'ora stabilita per l'appuntamento era passata da un'ora o poco più.
Forse aveva avuto un problema con l'allenamento o un contrattempo con Eldest. Se era per via di Eldest doveva saperlo. Spalancò la mente fino a toccare quella di Odern.
Elyon è lì con Eldest? gli chiese.
No. rispose Odern sorpreso dalla domanda. La sua voce era molto profonda e possente, proprio come l'aveva percepita nel sogno premonitore qualche mese prima. E' passata prima... Non aveva un appuntamento con te?
Altair assentì. Sì, ed è in netto ritardo e non so perchè.
Odern sbadigliò, era molto stanco e a quell'ora del pomeriggio si solito di faceva un pisolino. Non so che dirti, fratellino. Da quando Odern aveva iniziato a parlare, lui e Altair si chiamavano "fratellino". Avrà avuto un contrattempo, ma vedrai che poi arriverà. Non è dai lei dimenticarsi di te.
Era vero! Elyon non si sarebbe mai dimenticata di lui, neanche se l'Accademia venisse assediata da Drinian stesso. Niente e nessuno gli avrebbe tenuti lontani l'uno dall'altra.
Si sedette su un vecchio tavolo con un spesso strato di polvere, che scricchiolò sotto il suo peso.
Attese...

Non ne poteva più di attenderla.
Sbuffò rumorosamente e scese con stizza le scale della mansarda. Quando giunse verso gli ultimi scalini, rallentò il passo per evitare che il custode lo sentisse; quei maledetti scalini mezzi marci scricchiolavano moltissimo!
Aprì piano la porta e mise fuori la testa, assicurandosi che non vi fosse nessuno nei paraggi. Uscì, scivolando silenziosamente come un gatto tra gli altissimi scaffali.
Girovangò tra gli scaffali per venti minuti buoni. Quel posto era come un labirinto!
Poi la vide. Era molto occupata a contemplare un libro. Si appoggiò contro uno scaffale, a braccia incrociate e la osservò in silenzio.
Chissà se si accorge di me! disse tra sè e sè.

La osservò, in silenzio.
Lasciala fare. disse la voce della sua coscenza.
E così fece: la lasciò fare, almeno fino a quando lei non si sarebbe accorta di lui.

Notò che era ritornata nel mondo reale.
Si staccò dallo scaffale e la guardò con aria interrogativa.

Elyon? la chiamò con la mente.
Le era dietro, furtivo come non mai.
La prese per le spalle e la spinse dietro uno scaffale poco illuminato dalle torce.
<<l'orario non è il tuo forte!>> le sussurrò all'orecchio.

Le diede un leggero bacio e le fece segno di andare in mansarda qualche minuto dopo di lui.
Silenzioso come un gatto, andò spedito verso la mansarda, controllando ad ogni passo. Percorse con cautela le scale, facendo in modo che non scricchiolassero.
Attese l'arrivo di lei.

Appena la vide chiudere la porta, la afferrò e la attirò a sè. La baciò con passione.
<<temevo non venissi più.>> sussurrò.