LEGOLAS
Ero nella mia città natale in esilio, il Maestro dell'accademia mi esiliò dopo l'incursione per salvare il capo dei verder che era stato rapito e torturato in una roccaforte nella regione del Gil'ead; io, Elyon, Altair ed il Maestro lo salvammo ma io mi imbattei nella persona che non volevo vedere, il mio peggiore incubo, il mio continuo tormento che mi ha cambiato la vita, mio cugino: Mortir!
Era inevitabilmente superiore a me e a tutti gli altri, il potere oscuro lo aveva reso irriconoscibile e ineguagliabilmente forte, tentai di batterlo uccidendolo ma era impossibile benchè il potere del Dahaka mi aiutasse, Mortir riusciva a schivare e a contrattaccarmi con una velocità impressionante; durante lo scontro mi ferì brutalmente e riducendomi malissimo ma la cosa che ancora non capisco è perchè non mi avesse ucciso, la sua spada aveva già oltrepassato il mio corpo ma non volle farlo e mi lasciò vivere.
Tornati all'accademia ebbi un'accesa discussione con il Maestro, mi esiliò dall'accademia dei cavalieri senza darmi nemmeno il tempo di salutare ne i miei amici Altair, Elion ed Airwen, nè la mia dragonessa Lylian e nemmeno la mia fidanzata Claire.
Me ne andai subito con la testa bassa e coperta dal cappuccio, le armi me le aveva ritirate tutte il Maestro rinchiudendole nell'accademia, Camminai a lungo e la mia destinazione era la mia città natale...Ceris.
Lungo il tragitto due barbari mi bloccarono la strada, uno di loro era alto, molto muscoloso, scuro di pelle, pelato e con un pò di barba attorno al viso; l'altro era bassino e magro, aveva i capelli scompigliati e mi fece:
Barbaro:
Ehi tu straniero! dacci tutti i tuoi soldi se vuoi vivere altrimenti il mio amico qui affianco ti distruggeràLegolas:
Io non ti darò niente se tu e quel pachiderma li affianco mi lascerete passareI due barbari risero quello più grosso provò a darmi un pugno ma lo schivai facilmente gli diedi una ginocchiata piegandolo in due poi un calcio nei denti facendolo cadere al suolo, io rimasi impassibile.
A quel punto il secondo barbaro mi corse incontro e quando fù alla gusta distanza gli diedi un calcio dritto in faccia atterrandolo, poi continuai nella mia strada.
I due barbari si rialzarono ancora barcorellanti dal dolore e con il sangue nei loro volti
Borbaro:
Ehi moscerino dove credi di andare? non abbiamo ancora finito con te!Legolas:
Respirate un pò troppo voi dueSenza sollevare un dito i due barbari cominciarono a respirare con fatica, entrabe le loro mani erano ai loro colli e le loro facce diventarono quasi viola ed erano a terra che rontolavano al suolo; decisi di lasciarli vivere avevano leggermente accentuato la magia e i due barbari scapparono di corsa ed io continuai il mio cammino verso casa.
Arrivai finalmente a Ceris, la mia città natale, era da secoli che non ritornavo lì, vedere gli altri elfi girare liberamente come fossero persone normali improvvisamente delle braccia femminili mi abbracciarono da dietro
Elenie:
Legolas finalmente sei ritornato, che bello!!!Mi girai era la mia amica di infanzia Elenie, non era cambiata perniente
Legolas:
Ciao Elenie sono felice anche io di rivederti, tutto bene?Elenie:
Si tutto bene, ho sentito che sei un Cavaliere, complimenti LegUna mano, questa volta maschile si appoggiò sulla mia spalla, era il mio ex maestro Sinton
Legolas:
Maestro! come stateSinton:
Bene Legolas, sei un Cavaliere, ti ricordi quell'allenamento speciale che ti avevo promesso? ecco ora sei pronto, domani mattina davanti a casa miaLegolas:
Va bene maestro ci saròElenie salutò il maestro e mi chiese se sapevo dove passare la notte e mi invitò a casa sua, mi ricordavo benissimo la strada, Elenie mi mostrò la sua casa e viveva da sola.
Mi diede da mangiare e da bere e poi dormimmo.
Il giorno dopo come promesso andai a casa del maestro Sinton che cominciò ad esaminarmi facendomi battere contro un'altro elfo da lui stesso allenato.
Dopo aver battuto l'altro elfo mi insegnò qualche tecnica in più, imparai ad usare meglio le spade, la mia forza fisica aumentò, la mia agilità era diventata formidabile tutto in poco tempo ed ogni giorno mi allenavo all'estremo delle possibilità fisiche e mentali.
Dopo un paio di giorni il maestro mi dimostrò una tecnica avanzata, che solo uno con una gran forza di mente e con una gran forza magica e fisica poteva riuscirci, prima di tutto dovevo concentrarmi al massimo ed isolarmi dal mondo esterno, chiusi gli occhi e mi isolai completamente dal mondo esterno, concentrai gran parte della magia in me e piano piano affianco a me cominciò ad apparire un uomo e quando si formò aprì gli occhi e vidi uno simile a me, mi ero sdoppiato, la mia copia la controllava interamente il demone Dahaka.
Mi alzai e mi misi difronte al Dahaka, era uguale identico a me solo che i suoi capelli erano neri, gli occhi erano rossi e il colore della pelle era leggermente più scuro della mia, mi sorrise e disse
Dahaka:
Finalmente ci siamo divisiLegolas:
Ma non per molto,ora io e te siamo divisi possiamo attaccare più nemici contemporeanamenteDahaka:
Si ma non devi sforzarti e non devi correre rischi, se mi uccidono non fa niente puoi rigenerarmi, ma se uccidono te muoriamo entrambiLegolas:
Si questo lo so già, ora affrontiamoci per allenamentoIo e il Dahaka ci affrontammo era una senzazione indescrivibile, combattere contro se stesso era una cosa indescrivibile.
Passarono molti giorni ed io riuscivo facilmente a dividermi con il Dahaka e riuscivamo a sentire i nostri pensieri, insieme eravamo invincibili, contro una lotta ad altissimo livello che finiva sempre in pari e ogni giorno che passava aumentavamo entrambi.
Alla fine dell'allenamento io e il Dahaka girevamo tranquillamente insieme senza nessun sforzo, collaborevamo molto bene insieme ed eravamo quasi fratelli, salutammo il maestro ed Elenie e ci indirizzammo verso l'Accademia.
Entrambi eravamo potentissimi
DA FINIRE NON INTERVENITE
Edited by Hardy2190 - 3/11/2009, 12:55